Hanno avuto successo gli incontri a Cesena (in seminario) ed a Forlì (nella Biblioteca Comunale) con lo psicologo Andrea Bilotto, che ha presentato il suo volume “Dal cyberbullismo alla dipendenza online”.
Secondo l’autore gli ultimi dati Censis ci mostrano che il 97,7% dei ragazzi fra i 10 e i 19 anni possiede un cellulare. Il 75% ha aperto un profilo sui social network; il 45% dei ragazzi usa il cellulare più di 4 ore al giorno. Otto adolescenti su dieci vanno a dormire con lo smartphone e due su tre hanno inviato un sms mentre erano alla guida di scooter e auto.
Gli studi empirici segnalano inoltre un sempre maggiore isolamento dei ragazzi, parallelo alla spasmodica ricerca di amicizie fittizie sui social e patologie sempre più gravi come il cyberbullismo.
Un ragazzo è oggetto di bullismo quando viene esposto ripetutamente ad una forza di violenza morale, fisica, verbale o psicologica. Il bullo fa o dice qualcosa al fine di dominare o umiliare la vittima.
Il cyberbullismo ha conseguenze molto più estese, perché viene perpetrato tramite pc o cellulari. Esso nasce da un difetto di comunicazione affettiva fra genitori e figli. Spesso è proprio l’assenza genitoriale che rende i bulli e le vittime incapaci di gestire le emozioni provate e di esprimerne il significato in parole. Per prevenire e risolvere queste situazioni occorre che genitori ed educatori sappiano collaborare. E’ importante insegnare ai figli i valori della relazione con l’altro, dell’amore e della vita ed intervenire con riunioni con le famiglie e servizi di ascolto. Occorre saper porre dei limiti alla dipendenza dai social, non trascurare i segnali di devianza, aiutare i giovani ad esplorare i propri sentimenti.